L'imperatrice del deserto: La leggenda della regina di Saba e di re Salomone by Anne Lise Marstrand-Jørgensen

autore:Anne Lise Marstrand-Jørgensen [Marstrand-Jørgensen, Anne Lise]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845497490
editore: Sonzogno
pubblicato: 2016-09-28T16:00:00+00:00

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Girava voce che quella mattina il re avesse fatto venire a palazzo quattro sorelle. Il padre si era frapposto tra loro e il mulo del re, ma la frusta gli aveva aperto un taglio dalla fronte al mento. Un'altra famiglia diretta a una festa di fidanzamento sulle alture fu fermata alle porte della città, e la figlia maggiore fu obbligata a togliersi il velo e la veste, fino a restare in sottoveste, a braccia scoperte. Il re l'aveva palpata davanti a tutti, dopodiché aveva deciso di prendere la sorella minore, nonostante fosse ancora bambina. Mosi descrive la scena a tinte vivide, per spaventare le figlie. «I consiglieri si riuniscono nella sala attigua agli appartamenti reali, e di tanto in tanto odono le grida delle fanciulle» dice, portandosi le mani alle orecchie.

Le figlie più giovani si stringono l'una all'altra. «Ma noi siamo al sicuro, perché tu sei amico del re, vero?»

«Amico?» dice lui, e le sue mogli fissano angosciate il muro, il soffitto, il pavimento, qualunque cosa tranne il suo volto scontroso.

«Ci metti in pericolo» mormora la prima moglie. «Mantieni buoni rapporti con lui, così c'è speranza che abbia un degno successore.»

«Il re non morirà mai» dice Mosi. «Forse il sangue delle vergini gli dona eterna giovinezza.»

E Makeda, che ormai da mesi abita nella casa di suo padre ma si sente ancora estranea, si alza, stringe le cinghie dei calzari e prende in spalla l'arco accingendosi ad andare al tempio, cosa che fa due volte al giorno. Ma oggi Mosi glielo vieta. Lei ribatte che in casa le manca l'aria, e lui le dice che non è il caso di andarci da sola.

«Ma lo faccio sempre!» protesta lei. «L'unica differenza è che di solito tu non ci sei.»

Mosi si posa una mano sulla gola. Il re è più folle che mai, ogni giorno giunge notizia di un nuovo fatto raccapricciante, la città non è sicura. Makeda sfiora l'arco, ma il padre le dà della sciocca. «Vuoi infilzarlo?» ride. «Secondo te perché non ti presento a lui?»

Makeda va verso la porta senza rispondergli, ma le sorelle le afferrano le gambe per trattenerla. Le madri le rimproverano e le richiamano a sé. Mosi toglie il velo a una delle mogli e lo avvolge intorno alla testa di Makeda, lasciando scoperti solo gli occhi, ma ancora non è soddisfatto e manda una delle bambine a prendere un mantello da uomo. Makeda lo lascia fare. Appena uscita di casa, si toglie il paludamento e lo lascia lì per terra. Ogni veste ampia e informe, ogni velo, ogni scialle le dà rabbia. Non si capacita che il governo permetta un tale tormento.

Al tempio, parla con Shamr nella sua lingua, passando in rassegna tutte le persone che ha abbandonato o contro cui ha commesso qualche mancanza. Non sopporta l'idea di aver fatto un viaggio tanto lungo per vivere da reclusa nella casa di suo padre. Viene presentata come una figlia ritrovata, ma non ha nulla con cui occupare il tempo. Ha nostalgia della caccia, delle serate al falò, del sorriso di Tafari.

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